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Arrivare


PERCORSO STORIA E MONUMENTI DI CITTADUCALE

Il turista proveniente da Rieti, percorrendo la via Salaria (S.S. n. 4), giunto al Km 91, località bivio di S.Rufina, può ammirare sulla destra il basamento di un monumento funerario romano: si tratta di una tomba a tolos.

Dopo circa cinque chilometri, si giunge a Cittaducale: Ilantica Civitas Ducalis, città del Duca, fondata nel 1308 da Carlo [J d' Angiò, in onore di suo figlio Roberto duca di Calabria, che la volle edificare per rafforzare i confini del Demanio reale. Fin dalle origini si identificò come il centro primario di un ampio distretto territoriale. Le ville e i castra sottomessi costituirono una sorta di barriera cuscinetto contro le invasioni straniere.

La cittadina ancora oggi conserva, pressoché intatto, il suo assetto urbanistico originale: è divisa in quattro quartieri e la rete stradale presenta tratti di assoluta regolarità: tutte le strade sono rettilinee, le mura cittadine e le piazze seguono la logica della progettazione modulare;
l'elemento di raccordo urbanistico è costituito dalla Piazza del Popolo con al centro la Fontana pubblica, concepita per essere ammirata da tutti i lati, la cui tipologia è quella della fontana a coppe sovrapposte nel suo rifacimento cinquecentesco.

La Torre Civica, detta anche dell' Orologio, posta su un lato della piazza, è stata innalzata di un piano nel 1583: e evidente la diversità strutturale tra l'ultimo piano e quelli sottostanti. L'ultimo rifacimento risale all'inizio del Novecento quando è stato aggiunto l'orologio e, per non rompere l'armonia estetica, è stata abbellita con rosoni ciechi.

Fin dal suo sorgere la cittadina fu munita di una cinta muraria caratterizzata da possenti torrioni, un tempo merlati e aperti da feritoie
verticali ed orizzontali. La parte più importante delle antiche fortifi¬cazioni e costituita dalla Torre Angioina detta anche Torre di S. Magno, perchè poco distante sorgeva l'antica chiesa dedicata al Santo. La Torre presenta una singolare forma rettili-nea verso l'interno e semicircolare verso l'esterno. A Cittaducale la fusione di due forme geometriche ha generato una nuova tipologia di costruzione militare; nella provincia di Rieti se ne conosce solo un altro esemplare: la Torre del cassero di Cantalice.

Tra le chiese ed i palazzi della cittadina e possibile ammirare la Chiesa di S.Maria del Popolo (XIV sec) che e stata cattedrale dal 1502 al 1818. E' situata su un lato della piazza, accanto c'e il Palazzo Vescovile , assemblaggio di case-torri, trasformate nel 1623 dal vescovo Pietro Paolo Quintavalle in un elegante palazzetto; di fronte sorge la chiesa e il Convento di S. Agostino, con un interessante portale tardo-gotico che sull'architrave presenta la data A.D.1450. Altra importante struttura è la Chiesa di S.Maria dei Raccomandati detta "della Confraternita", la cui costruzione risale all'ultimo Trecento.
Fuori Porta Napoli, su una collina, e possibile ammirare il Convento dei Cappuccini, interessante perchè e stato il primo con vento d'Italia dell'ordine dei Frati Minori Cappuccini e perchè ha dato la prima formazione religiosa a San Felice da Cantalice. Cittaducale dal 1905 e sede delIa Scuola Italiana del Corpo Forestale dello Stato. Si tratta di un complesso di edifici, immersi nel verde di un grande parco, molti dei quali di pregevole fattura. Questa Scuola, per la sua natura, ha visto tra le sue mura la formazione di migliaia di giovani Guardie Forestali ed ospita un interessante Museo Naturalistico. Lasciato il centro di Cittaducale, il visitatore, ripresa la Salaria, dopo aver percorso circa 3 Km, giunge all'antico Vicus aquae Cutiliae. II sito archeologico, noto come le Terme Cutiliae 0 di Vespasiano, e il complesso archeologico più importante della zona; recenti studi vi hanno individuato un santuario termale dedicato alla Dea Vacuna, una divinità strettamente connessa al culto delle acque.

A causa del terreno degradante le strutture si articolano su quattro terrazzamenti. Il visitatore può vedere la grande vasca quadrangolare, scavata solo in parte e un tempo alimentata da una sorgente le cui acque scendevano a cascata dal ninfeo soprastante.

Difficile datare I'intero complesso, poiché si sono alternate diverse fasi edilizie succedutesi dal II sec. a.c. al V[ sec. d.C. lmportanti autori latini: Seneca, Plinio, Tito Livio e Virgilio, decantarono i poteri curativi delle acque solfuree che alimentavano la piscina. Nell'alto Medioevo, dopo che il complesso era stato definitivamente abbandonato, vi furono interventi di "adattamento" delle strutture esistenti: nelle nicchie del ninfeo si ricavarono delle tombe e sui resti murari si impostarono le strutture della Chiesa di S. Maria in Cesoni, citata per la prima volta in un documento del 1153, che fu poi trasformata in un mulino.

Dopo circa 500 metri, sempre lungo la via Salaria, si possono vedere i resti della Chiesa di S. Vittorino che, secondo la tradizione, sorge sui luogo dove venne ucciso iI santo vescovo di Am;ternum. La leggenda narra che S.Vittorino venne appeso a testa in giù su di un laghetto di acqua solfurea, morì dopo tre giorni avvelenato dalle esalazioni dei gas, il corpo fu poi trafugato e seppellito ad Amiterno, nel luogo dove oggi sorge I'attuale cattedrale. Sui luogo del martirio venne edificata una chiesetta (appartenente ai domini di Farfa) nel 1606; considerato il notevole numero di devoti, si decise di costruire al suo posto un edificio più sontuoso. La scelta del sito si rivelo sbagliata poiché la zona è acquitrinosa e soggetta a fenomeni di bradisismo. Presso l'altare maggiore, in seguito ad un terremoto, si aprì una sorgente di acqua solfurea che, in poco tempo, allago l'interno dell'edificio decretandone il decadimento e il lento affondamento.